La Scala dei Turchi raccontata con ArcGIS StoryMaps
Una mappa narrativa per conoscere, tutelare e governare il territorio
L’uscita della Story Map “Ecoculture della Scala dei Turchi”rappresenta un passaggio chiave di un percorso avviato all’interno di SPONDE, il dossier per Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025, e raccontato al grande pubblico attraverso l’intervista pubblicata il 26 dicembre sul quotidiano La Sicilia, che mette al centro la visione, il metodo e il percorso umano e scientifico della prof.ssa Teresa Fiore, ideatrice del progetto insieme al prof. Vetri Nathan (UCLA).
Non una guida turistica né un portale informativo tradizionale, quanto un vero e proprio ambiente narrativo digitale dedicato a uno dei luoghi più iconici e fragili della Sicilia. Con la pubblicazione della Story Map, il progetto di ricerca entra ufficialmente nel vivo, aprendo al pubblico un racconto corale che intreccia natura, storia, arti visive e pratiche del territorio.
Teresa Fiore: una visione che nasce dal ritorno
Nata a Palermo e oggi docente di Italianistica e Italoamericanistica alla Montclair State University negli Stati Uniti, Teresa Fiore è una studiosa da anni impegnata sui temi delle migrazioni, della cittadinanza e delle relazioni tra cultura e spazio. Il suo ritorno in Sicilia, coinciso con l’anno di Agrigento Capitale della Cultura, è tanto biografico quanto profondamente progettuale.
Come emerge dall’intervista a La Sicilia, l’anno sabbatico diventa l’occasione per lavorare sul campo, intrecciando ricerca accademica, comunità locali e pratiche di restituzione pubblica del sapere. “Ecoculture della Scala dei Turchi” nasce proprio da questa esigenza: raccontare un luogo celebre sottraendolo alla narrazione semplificata, per restituirne invece la sua complessità.
Un progetto di umanistica ambientale e digitale
Il cuore del progetto è un approccio che unisce umanistica ambientale e digitale, con una lettura multispecie e multidisciplinare del territorio. La Scala dei Turchi non viene osservata solo come attrazione balneare ma come ecosistema stratificato, attraversato da relazioni geologiche, biologiche, storiche e culturali.
La Story Map raccoglie contributi dedicati a:
- botanica e biodiversità costiera,
- biologia marina e ruolo della Posidonia,
- geologia e formazione della marna,
- archeologia e storia del paesaggio,
- pratiche gastronomiche,
- arti visive, cinema e letteratura.
Ogni contenuto è pensato per essere accessibile, senza rinunciare al rigore scientifico. Un aspetto su cui Fiore insiste nell’intervista: non sostituire la ricerca accademica, ma renderla leggibile e condivisibile, mettendola in dialogo con il pubblico.
La Story Map come spazio di incontro
La pubblicazione della Story Map segna il momento in cui il progetto si apre pienamente all’esterno. Il risultato, più che un prodotto concluso, è uno spazio aperto destinato ad accogliere nuovi materiali, testimonianze e contributi.
Fotografie, video, interviste, testi raccolti nel corso del 2025 si affiancano ai contributi di docenti dell’Università di Palermo, giovani laureati, guide storiche e naturalistiche, fotografi e chef del territorio agrigentino. La comunità locale, da oggetto del racconto, diventà così parte attiva della costruzione narrativa.
In questo senso, la Story Map diventa anche un dispositivo di ascolto: un modulo dedicato consente ai visitatori di inviare suggerimenti, materiali, memorie. Un archivio vivo, che cresce nel tempo.
Un contesto fragile che chiede consapevolezza
Uno dei messaggi più forti che attraversa sia l’intervista che la Story Map riguarda la fragilità della Scala dei Turchi. Overtourism, erosione costiera, mancanza di interventi strutturali di tutela: il progetto rende visibili questi temi, collegandoli ai processi naturali e alle scelte umane.
Raccontare la Posidonia come barriera naturale, spiegare la formazione della marna, ricostruire le trasformazioni del paesaggio nel tempo significa fornire strumenti di consapevolezza, fondamentali per chi è chiamato a governare il territorio.
Un modello culturale e operativo replicabile
Pur profondamente radicato in un luogo specifico, “Ecoculture della Scala dei Turchi” si propone come modello replicabile. Il metodo – ricerca interdisciplinare, coinvolgimento della comunità, restituzione pubblica attraverso strumenti digitali – può essere applicato ad altri contesti caratterizzati da alto valore culturale e ambientale.
Per le istituzioni e i decisori politici, il progetto mostra come sia possibile:
- valorizzare il patrimonio senza banalizzarlo,
- integrare conoscenza scientifica e comunicazione pubblica,
- usare il digitale come spazio di relazione e non solo di promozione.
Un evento che apre un percorso
L’uscita della Story Map, più che un punto di arrivo, rappresenta l’inizio di una nuova fase. Come sottolineato da Teresa Fiore nell’intervista del 26 dicembre, l’auspicio è che questo spazio diventi una fonte di conoscenza e un luogo in cui immaginare nuovi modi di tutela e di relazione con il territorio.
La Scala dei Turchi, così raccontata, smette di essere solo uno sfondo iconico e diventa una storia condivisa, fatta di connessioni, responsabilità e possibilità future.
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