Esri Stories di Michele Ieradi

Dalla digital transformation all’Innovation as service: il caso Acea

ACEA è una delle principali multiutility italiane. Quotata in Borsa nel 1999, è attiva nella gestione e nello sviluppo di reti e servizi nei business dell’acqua, dell’energia e dell’ambiente. Tra le sue attività principali troviamo: il servizio idrico integrato, la distribuzione di energia elettrica, l’illuminazione pubblica e artistica, la vendita di energia elettrica e gas, la produzione di energia, il trattamento e la valorizzazione dei rifiuti.

ACEA è il primo operatore nazionale nel settore idrico con circa 9 milioni di abitanti serviti in Lazio, Toscana, Umbria e Campania. È tra i principali player italiani nell'energia con circa 7 TWh di elettricità venduta e nelle reti e con circa 10 TWh di elettricità distribuita nella città di Roma. È uno dei maggiori operatori in Italia nel settore ambiente con oltre un milione di tonnellate di rifiuti trattati. Nel 2015 Acea ha iniziato un percorso di trasformazione digitale basato sull’adozione delle piattaforme Esri e SAP, previsto dal Piano industriale, che ha permesso la completa reingegnerizzazione dei processi interni ed esterni, consentendo alla società di diventare la prima multiutility interamente digitale.

La trasformazione digitale sembra essere qualcosa interamente legato alla tecnologia, ma non è così, si tratta soprattutto di una rivoluzione organizzativa e di processo. I nuovi flussi di lavoro, accelerati e semplificati dalla integrazione tecnologica delle piattaforme GIS e SAP, hanno profondamente modificato quanto di più stabile e difficile da cambiare esista nelle aziende: “le abitudini quotidiane” dei lavoratori. Alcuni hanno dovuto semplicemente imparare a fare diversamente quello facevano prima, altri hanno dovuto cambiare attività lavorativa attraverso il training on the job. Un progetto specifico di comunicazione interna e la condivisione degli obiettivi a tutto il personale sono stati gli strumenti che hanno permesso il raggiungimento di un traguardo finale così ambizioso.

La trasformazione digitale e organizzativa è stata così profonda, e l’efficientamento complessivo così significativo, che dopo solo un anno dal completamento del progetto l’azienda aveva già recuperato buona parte dell’investimento economico iniziale.

A questo punto Acea non poteva fermarsi e perdere il “momento” innovativo e quindi ha iniziato a pensare a come ideare un processo virtuoso, che permettesse il continuo miglioramento ed efficientamento dei processi lavorativi, senza incidere negativamente sul core business.

Nel maggio del 2017, l’AD che aveva progettato ed attuato la trasformazione digitale del progetto ACEA 2.0 ha passato il testimone all’attuale AD del gruppo, che ha avuto il compito di ideare un progetto che permettesse di bilanciare il consolidamento dei processi con l’innovazione continua.

 “Il nuovo management insediatosi in ACEA a metà del 2017  - spiega Massimiliano Garri, CIIO - ha dato impulso ad un nuovo percorso di innovazione, il cui approccio è basato su tre pilastri: un modello innovation as a service, in cui l’innovazione è al servizio del business ed è intesa non come un movimento di pochi o di una singola unità aziendale, ma un processo che coinvolge tutta l’azienda; la costruzione di una cultura dell’innovazione a tutti i livelli: con il programma di corporate Entrepreneurship “Innovation Garage Acea” aperto a tutti i dipendenti del Gruppo Acea per promuovere la cultura dell’innovazione e dell’imprenditorialità, con l’ Accademia Manageriale rivolta al middle e top management per la formazione manageriale e fornire le principali metodologie in termini di leadership e gestione dell’innovazione, con la Digital Academy per creare competenze tecniche specialistiche su nuove tecnologie;  infine con l’innovation factory, un modello agile che coinvolge tutte le Aree Industriali, suddiviso in cicli 12 settimane di studio e analisi di mercato su settori di interesse strategico ed al termine di ogni ciclo viene lanciato un pilota al fine di validare tramite un vero market test le ipotesi in modo rapido e mirato al raggiungimento degli obiettivi di Business Plan”. Nel complesso, il Piano industriale 2019-2022 prevede investimenti in innovazione per oltre 500 milioni di euro. In questo contesto, in cui l’innovazione è elemento costitutivo del nuovo corso di ACEA, si iscrive anche la strategia di Open Innovation della multiutility.

In questo contesto di continua innovazione interna ed esterna, la piattaforma Esri oltre a continuare a supportare il core business attraverso le applicazioni per la progettazione e la manutenzione delle reti, costituisce uno sparring partner formidabile per l’azienda e per le startup. La piattaforma infatti essendo interoperabile e “Agile Ready” consente di realizzare dei PoC utilizzando i dati reali e/o collegando nuove fonti dati con la semplicità e la velocità necessarie per competere in un mercato in continua trasformazione.

“Fare Open Innovation non è un lavoro facile”, ammette Garri. “Le startup come anche le PMI devono interfacciarsi con una Enterprise come Acea. È importante che abbiano chiaro il contesto in cui devono muoversi”. Oltre alle idee serve affidabilità, stabilità, sicurezza. “Vediamo una grande voglia di fare e tantissime idee, che devono essere accompagnate dalla capacità di interpretare il bisogno dell’azienda. Dall’altra parte l’azienda, come tutte le grandi realtà e specie quelle con un bagaglio di competenze tecniche importanti, deve individuare il modo migliore per integrare un contributo che arriva dall’esterno. È questo l’impegno che ci assumiamo: selezionare le idee migliori e portarle alla valutazione del nostro business”.

Ma come si traduce in numeri questa attività di collaborazione con le Startup?

“Ad oggi sono già state avviate venti sperimentazioni su temi diversi, in partnership con startup selezionate fra le oltre 1000 realtà analizzate. Nella scelta delle sperimentazioni da fare con realtà innovative esterne, si può partire da business needs identificati all’interno del Gruppo per avviare la fase di scouting o si può essere proattivi presentando alle linee di business opportunità di sperimentazioni su ambiti reputati interessanti da approfondire ed analizzare. Fra le sperimentazioni realizzate, l’utilizzo della realtà virtuale della startup Start Smart per fare formazione agli operatori in campo in ambienti sicuri e controllati, lo sviluppo di due sistemi non invasivi per aumentare la sicurezza dei monoperatori individuando le situazioni di pericolo di «uomo a terra» e prevenire rischi e incidenti nel caso di «uomo in auto», fatte uno con la startup Agesic e l’altro con la società Mobileye, il progetto Urban Intelligence realizzato con la startup Studiomapp per utilizzare la tecnologia satellitare per monitorare la qualità dell’illuminazione pubblica ed i malfunzionamenti, mentre il call center di Acea Energia è stato dotato della soluzione della startup Pedius per renderlo accessibile ai non udenti”

ACEA è riuscita nell’impresa “impossibile” di realizzare una trasformazione digitale e allo stesso tempo di costruire un modello virtuoso che, attraverso una attività di innovation as service riesca a migliorare continuamente i processi lavorativi interni, con lo scopo di fare sempre meglio, con maggiore sicurezza e a minor costo il proprio lavoro, e che attraverso la contaminazione di punti di vista molto diversi tra loro riesca ad alimentare l’innovazione dell’intero comparto industriale di riferimento.

Acea 2.0 - la multiutility digitale


 

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